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La differenza di genere per le donne in ingegneria tuttora persiste

Il dibattito su pari opportunità e differenza di genere è tornato ad occupare le pagine dei quotidiani in concomitanza con il mese dedicato alla storia delle donne che è sempre ricco di spunti per riflessioni future.

Data la crescente digitalizzazione e la diffusione della cultura start up, la discussione ha inglobato anche il livello di rappresentanza femminile in settori tecnico-scientifici, tradizionalmente monopolizzati dal sesso maschile.

La tedesca TradeMachines ha pubblicato di recente un report sulla condizione femminile nelle facoltà scientifiche, con un focus particolare su donne e ingegneria. Ad un primo sguardo è evidente che ambo i sessi abbiano le capacità per intraprendere una carriera in ambito ingegneristico, come dimostrano i risultati raggiunti nei test scolastici. Sarebbe invece la "minaccia dello stereotipo", così definita da Steele & Aronson nel '95, a porsi come ostacolo per le ragazze che vogliano intraprendere studi scientifici. Questa minaccia, presente quando si ha paura di confermare stereotipi circa un determinato gruppo (in questo caso: le ragazze non sono portate per le scienze), avrebbe l'effetto di inficiare le effettive capacità di una studentessa di fronte ad un test. Vari studi americani  hanno dimostrato come il contesto scolastico giochi un pesante ruolo sulla performance degli alunni, penalizzandoli qualora la differenza di genere venga enfatizzata.

Queste tensioni si riversano poi nei tassi di iscrizione alle varie università, con le facoltà ingegneristiche fortemente penalizzate in termini di eguaglianza di genere: in media solo il 20% degli iscritti a ingegneria è donna. Stando agli ultimi dati, comunque, pare che la partecipazione femminile sia in lento, ma costante, aumento, con l'Italia in testa tra i paesi europei per laureate in ingegneria (il 34% del totale secondo le ultime analisi ben 7 punti sopra la media europea).

A livello nazionale, l'Italia ha visto il fiorire di varie iniziative, atte a diffondere una maggior consapevolezza nelle donne riguardo il proprio ruolo in tematiche tecnico-scientifiche, Nuvola rosa e Le Ragazze Possono, sono solo due degli esempi più celebri.

Sono proprio il lavoro su una maggior consapevolezza e la diffusione di modelli femminili nel settore alcuni dei fattori determinanti per contrastare un retaggio culturale che ha sempre meno senso d'esistere, specie nell'era digitale. Studenti e studentesse dovrebbero essere in grado di scegliere la propria professione, liberi da idee stereotipate sulla spartizione delle varie mansioni, troppo spesso legate a l'uno o l'altro sesso.

La strada da percorrere è ancora lunga, molti contesti lavorativi hanno logiche interne ancora troppo dipendenti da differenze di genere. Prendere coscienza di questo problema è solo un inizio: la speranza è che ciò possa tradursi in una diffusione crescente di iniziative e politiche aziendali più sensibili sul piano dell'integrazione femminile.

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