MIRTA, startup innovativa che porta le botteghe degli artigiani italiani in tutto il mondo
E’ Martina Capriotti la giovane imprenditrice co-founder di MIRTA, la startup innovativa fondata insieme con Ciro Di Lanno e dedicata agli artigiani della pelletteria ‘Made in Italy’.
Lei romagnola, lui napoletano, si sono conosciuti mentre lavoravano presso Boston Consulting Group. Ciro ha lasciato l’azienda per primo, per andare a Stanford e conseguire un Master in Business Administration e Martina si è trasferita per l’azienda a Seul e Tokyo, dove ha avuto modo di conoscere il mercato asiatico.
La giovane startup, nata nei primi mesi del 2019, si sta già affermando sul mercato con i primi quindici artigiani e molti altri sono in fase di approvazione, con l’obiettivo di arrivare a trenta artigiani nel breve periodo e cominciare a crescere.
Si prevedono per fine anno investimenti importanti a livello di marketing, di ampliamento piattaforma e sviluppo prodotti, per aggiungere all’attuale portfolio di borse realizzate a mano dagli artigiani italiani, anche altri tipi di prodotti, sempre hand-made e fortemente legati alla tradizione della pelletteria italiana.
Un team manageriale con due co-founder molto competenti, legati dalla stessa intensa passione: far crescere la loro startup e consentire ai migliori pellettieri italiani di aprire le porte delle proprie botteghe in qualsiasi angolo del mondo.
MIRTA è la prima piattaforma online dedicata agli artigiani del lusso “Made in Italy” che si pone l’obiettivo di supportarli, per posizionare i loro prodotti sui mercati internazionali, grazie al digitale. Uno spazio online dedicato alle migliori botteghe artigiane italiane della pelle, per dare voce a tutte le realtà ambasciatrici dello stile e dei valori che hanno fatto la fortuna dell’Italia nel mondo.
Intervista a Martina Capriotti, co-founder della startup innovativa MIRTA
Martina ci dà un rapido quadro del suo background?
Sono cresciuta a Bellaria-Igea Marina, in una famiglia che da sempre ha lavorato nel settore del turismo. Forse proprio per questo sono sempre stata affascinata dall’idea di portare il bello dell’Italia nel mondo. Dopo gli studi in General Management, mi sono specializzata in ambito luxury e fashion lavorando in consulenza strategica tra Milano, Seul e Tokyo, durante l’esperienza quadriennale per Boston Consulting Group. Nel corso della mia formazione ho avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con i migliori produttori italiani e ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione per l’Italia e l’artigianalità, in un progetto al servizio dei produttori artigiani italiani, un vero e proprio patrimonio da salvaguardare.
Quando e come è nata quest’idea?
L’idea di MIRTA è nata durante la mia esperienza tra Seul e Tokyo, in cui ho avuto modo di toccare con mano il valore e l’importanza attribuiti al Made in Italy sui mercati internazionali. Consapevole delle capacità degli artigiani italiani del lusso, ho iniziato a ragionare con il mio co-founder Ciro Di Lanno su possibili soluzioni, per abilitarli ad avere un’esposizione internazionale. In quel periodo, Ciro stava studiando da vicino i modelli vincenti delle startup in Silicon Valley e mettendo a fattor comune le nostre esperienze, è nata quasi spontaneamente l’idea di MIRTA, per promuovere gli artigiani italiani nel mondo.
Qual è la vostra Vision a tre anni?
Abbiamo subito iniziato costruendo un network di artigiani e artigiane, in continua crescita: nei prossimi tre mesi abbiamo l’obiettivo di stringere nuove partnership con pelletterie attentamente selezionate, allo scopo di presentarne i prodotti iconici e dare visibilità alla storia di queste realtà locali che, insieme, ricostruiscono la memoria e l’identità dell’eccellenza italiana tramandata negli anni.
Gli artigiani e le artigiane da noi scelti sono maestri nella lavorazione della pelle e si distinguono per la qualità della manifattura dei loro prodotti fatti a mano. Grazie a loro andiamo alla riscoperta di tutti quei principi che hanno dato prestigio all’Italia nel mondo del lusso, puntando su artigianalità, stile e ricercatezza, valori che tutto il mondo ci invidia e che, troppo spesso, non ricevono la giusta visibilità all’estero.
Il piano di sviluppo del catalogo di Mirta è ambizioso e audace: dalla principale realizzazione di borse in pelle conciata al vegetale si passerà alla piccola pelletteria, fino ad all’inserimento di prestigiosi materiali quali la seta, il cashmere, e altri ancora.
Com’è nato il nome del progetto “Mirta”
Il nome MIRTA vuole essere un omaggio all’energia e alla vitalità. Sin dall’antichità la pianta del mirto è accompagnata da una simbologia vitale e positiva che convinse i Romani ad abbellire i loro giardini con quest’arbusto, nella convinzione che all’interno del suo tronco e dei suoi rami scorresse la gioia. Quando i soldati partivano per fondare una nuova colonia si cingevano il capo con una corona di mirto, come augurio di energia e vigore. Non a caso era la pianta prediletta dagli atleti e dai grandi guerrieri Romani.
Scegliendo questo nome abbiamo voluto rendere omaggio ai migliori pellettieri italiani, come se fossero appunto valorosi ed orgogliosi guerrieri romani che ancora oggi “resistono” grazie al loro genio e alla loro peculiarità. Artigiani che da anni con la loro passione e la loro arte realizzano prodotti e accessori raffinati e di pregio, con lo stesso amore e dedizione dei maestri che li hanno preceduti, in controtendenza alla produzione di massa che prende sempre più piede in questo settore.
Qual è il mercato di riferimento per la vendita del vostro artigianato?
Con la nostra start-up vogliamo aprire le porte delle botteghe artigiane italiane ai consumatori di tutto il mondo, creando un collegamento diretto tra produttore e consumatore finale, senza alcun intermediario, mettendo al centro le creazioni, il valore e la firma di ciascun artigiano. MIRTA non è una semplice vetrina di prodotti, come tutti gli altri e-commerce: la piattaforma consente infatti di acquistare le creazioni 100% Made in Italy fatte a mano, ma anche di conoscere l’artigiano che crea il prodotto, la sua storia e quella della sua bottega, attraverso pagine profilo dedicate con video, storie e foto. Così MIRTA vuole portare lontano la tradizione degli artigiani aiutandoli a conquistare nuovi mercati grazie alla digitalizzazione.
Per concludere, qual è il vostro attuale modello di business?
Gli artigiani sono al centro del progetto MIRTA, l'ingresso sulla piattaforma è gratuito e i nostri ricavi sono pari a una percentuale del prezzo di vendita dei prodotti.
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Viaggiare e lavorare all’estero può aprirci la mente. E’ quanto dobbiamo cogliere dall’esperienza di Martina Capriotti.
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